Presentato questa mattina il report “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia”, realizzato dalla Fondazione Symbola e da IFEL, con il patrocinio del Mibact, dell’ANCI, di UNCEM, di Federparchi, del FAI, del Touring Club Italiano, di Coldiretti, di Legambiente e la partnership di CAIRE Consorzio. Presenti: il ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il presidente di Symbola, Ermete Realacci, il presidente IFEL, Guido Castelli, il presidente consiglio nazionale ANCI, Enzo Bianco, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, il presidente Touring Club Italiano, Franco Iseppi, la responsabile Piccoli Comuni e Mobilità Dolce di Legambiente, Alessandra Bonfanti, il vicepresidente Caire, Giampiero Lupatelli, il presidente Uncem nazionale, Marco Bussone, il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri e Sofia Bosco, direttore sede di Roma e dei Rapporti Istituzionali FAI. Ha moderato il dibattito Giuseppina Paterniti Martello, Direttrice Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa RAI. Dopo aver raccontato i Piccoli Comuni italiani attraverso le tipicità DOP/IGP e gli Appennini, la Fondazione Symbola, in collaborazione con Fondazione IFEL, esplora i Cammini d’Italia per analizzare il valore e la ricchezza dei Piccoli Comuni: veri e propri cantieri di diversità culturale e territoriale. All’interno di questa rete i Cammini d’Italia si configurano come un network di percorsi che collega tradizioni, natura e bellezza, economia a misura d’uomo e agroalimentare.
“Piccoli Comuni e Cammini d’Italia” è un viaggio composto da 44 itinerari in 15.400 km che si snoda lungo tutta la Penisola e le isole, attraversa 1.435 comuni, di cui 944 piccoli (66% di quelli interessati dalla rete degli itinerari), e incontra oltre 2mila beni culturali e 179 produzioni DOP/IGP, l’86,6% di queste ultime nei piccoli comuni. Questi ultimi sono 5.498 (quindi con popolazione pari o inferiore ai 5.000 abitanti) in Italia alla data del 31/03/2019, su un totale di 7.914 comuni. Rappresentano dunque il 69,5% del totale dei comuni italiani. Uno dei motivi più suggestivi per intraprendere questa avventura è certamente quello rappresentato dalla speciale relazione tra i piccoli comuni e i Cammini d’Italia, individuati nel 2016 dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Un elenco di 44 itinerari che nel tempo crescerà con il progressivo inserimento di nuovi cammini, in particolare dell’Italia meridionale, che costituiranno occasione di ampliamento e aggiornamento di questo lavoro che viene ad arricchire la collana Geografie della Fondazione Symbola. E’ un progetto di analisi e racconto dell’economia e del patrimonio storico culturale e ambientale dei territori italiani avviato nel 2016 con Piccoli comuni e produzioni tipiche, realizzato insieme a Coldiretti, che ha evidenziato come il 92% dei prodotti DOP e IGP e il 79% dei vini italiani più pregiati hanno a che vedere con i piccoli comuni; e con l’Atlante dell’Appennino, prima sistematizzazione delle valenze ambientali, culturali ed economiche del più grande sistema montuoso del Mediterraneo. I Cammini sono una occasione di promozione turistica e culturale e di sviluppo locale per le città d’arte di medie e grandi dimensioni ma soprattutto per quelle realtà territoriali capaci di cogliere le opportunità della legge sui Piccoli Comuni (la n.158 del 6/10/2017, meglio conosciuta come legge Realacci): che prevede misure e strumenti per rafforzare i servizi territoriali – a partire dal digitale e dai presìdi sanitari come l’emergenza Covid-19 ha evidenziato – e promuovere, in particolare, le produzioni artigianali ed enogastronomiche e il recupero, la riqualificazione e la messa in sicurezza dei centri storici. Condizioni fondamentali per organizzare adeguatamente ospitalità, ristorazione e servizi e rispondere così ad una nuova domanda turistica destinata a crescere anche in conseguenza dell’epidemia da Covid-19 come evidenziato dall’alto numero di presenze registrato nei piccoli comuni e nelle aree montane in questi primi fine settimana dopo la fine del lockdown. Territori a cui oggi si guarda con occhi nuovi per la loro salubrità, per la qualità dei paesaggi, per il distanziamento fisico come condizione connaturata dei luoghi e non costrittiva, per la loro piccola dimensione e per la loro prossimità come dimostra anche il dibattito che si è aperto sui possibili processi di dispersione abitativa dalle grandi aree urbane verso borghi e piccoli comuni. Gli scenari offerti dai Cammini d’Italia sono davvero vasti e diversi, attraversano Parchi nazionali e regionali, fiumi, boschi e foreste, paesaggi agrari, costeggiano laghi e zone umide, raggiungono borghi, pievi, abbazie, santuari, monasteri, fortezze e castelli. Troviamo itinerari regionali come il Sentiero Liguria e il Viaggio nella Storia d’Abruzzo: il primo, da Luni a Ventimiglia, attraverso la Liguria lungo la costa, salendo per alcuni tratti sui pendii delle montagne; il secondo ci conduce nella regione forte e gentile attraverso cinque diversi itinerari, passando per oltre quaranta comuni in provincia de L’Aquila e di Pescara, incrociando siti archeologici, chiese ricche di bellezza, paesaggi mozzafiato e luoghi di elevato interesse naturalistico. O la Magna Via Francigena, che divide in due la Sicilia in un percorso che collega Palermo ad Agrigento. Altri cammini invece attraversano il Bel Paese partendo fuori dai confini nazionali, come la Via Francigena, che arriva fino a Roma e ha inizio dal Valico di San Bernardo – in Italia al confine con la Svizzera – incontrando 145 comuni in un percorso lungo oltre 1000 km. O come la Via Romea Germanica, che partendo dal Brennero giunge sempre a Roma in un viaggio di 1020 km attraverso 6 regioni.
“L’Anci darà il suo massimo supporto a tutti i piccoli Comuni che vorranno usufruire delle risorse europee che arriveranno a seguito della crisi del Coronavirus. Siamo pronti a mettere a disposizione i nostri tecnici per aiutarli ad intercettare quelle risorse, così come saremo vicini a tutti i piccoli centri che vorranno trasformare le idee di un turismo sostenibile in progetti concreti per il rilancio di tutto il Paese, da Nord a Sud”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco partecipando alla presentazione in streaming del Rapporto ‘Piccoli Comuni e Cammini d’Italia’, realizzato da Symbola in collaborazione con la Fondazione Ifel. La ricerca è un viaggio composto da 44 itinerari in 15.400 km che si snoda lungo tutta la Penisola e le isole, attraversa 1.435 Comuni, di cui 944 piccoli (66% di quelli interessati dalla rete degli itinerari), e incontra oltre 2mila beni culturali e 179 produzioni DOP/IGP, l’86,6% di queste ultime nei piccoli Comuni.
“Come associazione abbiamo puntato da anni sul ruolo essenziale dei piccoli centri per il futuro del nostro Paese”, ha aggiunto Bianco. “Per questo, un anno fa, abbiamo presentato al Comitato delle Regioni e poi al Parlamento Ue la proposta di raddoppiare, dal 5% al 10%, le risorse comunitarie da spendere nei centri marginali”. Maggiori risorse quindi, ma anche un rafforzamento dei servizi essenziali che devono essere adeguati e omogenei. “Dobbiamo puntare sulla scuola e sulla sanità, ma anche sui servizi digitali superando le barriere tra i territori, perché da questo punto di vista, abbiamo ancora due Italie”, ha ricordato il presidente del Cn Anci.
In ogni caso la scelta di puntare sui territori e sulle loro specificità è imprescindibile. “Nella zona dell’Etna, la riscoperta di un vitigno autoctono, il nerello mascalese, ha portato ad una straordinaria valorizzazione del versante Nord del vulcano, con la ripresa di attività agricole prima abbandonate. Tutto questo ha avuto importanti ricadute turistiche, con la riscoperta di tanti centri ingiustamente dimenticati, come la città di Randazzo”, ha evidenziato Bianco.
L’idea di fondo della ricerca sui ‘Piccoli Comuni e Cammini d’Italia’ è “che con la pandemia sono cambiate le forme di fruizione turistica. Dobbiamo puntare sui Piccoli Comuni e sulle loro specificità che rappresentano il vero patrimonio del nostro Paese, incrociando il tutto con le nuove tecnologie”, ha sottolineato da parte sua il presidente di Symbola Ermete Realacci. “Prima della crisi esistevano già i cammini, adesso ci sono i camminatori, i nuovi turisti che saranno i veri fruitori della ricerca che vuole essere un primo elenco ed una lettura trasversale e riassuntiva di esempi di un turismo sostenibile che si tramuta in spinta alla crescita”.
“La crisi di questi mesi ha fatto venire al pettine una serie di nodi, ad iniziare dall’eterna questione dei piccoli Comuni e delle aree marginali, su cui si è sviluppata una rivalutazione complessiva del loro ruolo di volano per la ripresa economica”, ha evidenziato Guido Castelli, presidente della Fondazione Ifel che ha partecipato alla realizzazione della ricerca.
“La ripresa del nostro Paese non può che partire dai Comuni che sono radici e sensori della Repubblica, e in particolare dai piccoli centri dove in questi mesi si sono registrati episodi importanti di civismo che hanno dato il senso delle nostre comunità”, ha aggiunto. In questo quadro per il presidente di Ifel, il turismo può avere un ruolo determinante per la sfida che ci aspetta, ma ad una sola condizione: i piccoli Comuni non devono essere percepiti come semplici elementi di biodiversità, ma devono essere valorizzati come pezzi centrali della Repubblica, in nome del principio costituzionale di adeguatezza e differenziazione”.